Notule

 

 

(A cura di LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XIV – 24 settembre 2016.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: BREVI INFORMAZIONI]

 

Scoperti neuroni specifici per l’erezione del capezzolo e del pelo. Alessandro Furlan e colleghi del Karolinska Institutet di Stoccolma e dell’Università di Helsinki, studiando i neuroni del ganglio stellato e del ganglio toracico di topo, hanno riconosciuto una inaspettata varietà di tipi cellulari ed identificato popolazioni di cellule nervose specializzate rispettivamente per l’innervazione delle fibrocellule muscolari lisce che costituiscono il cosiddetto muscolo del capezzolo e per quelle che circondano la base del pelo [Cfr. Nature Neuroscience – Epub ahead of print doi: 10.1038/nn.4376, 2016].

 

Alluminio e Alzheimer: una falsa pista degli anni Settanta ritrova credito nella genotossicità. Numerosi ricercatori fra loro indipendenti hanno documentato la tossicità genetica dell’alluminio, dimostrando che il metallo danneggia l’apparato genetico disturbando i programmi di segnalazione genetica con effetti che ricordano quelli osservati nella malattia di Alzheimer. Powe e Lukiw hanno studiato e discusso due aspetti della genotossicità dell’alluminio: 1) in animali affetti da modelli sperimentali della patologia di Alzheimer e trattati con alluminio, i patterns di espressione genica globali mediati da micro-RNA sono quasi identici a quelli della malattia umana; 2) esistono individui con particolari patterns di espressione genica che sono particolarmente sensibili e probabilmente predisposti alla genotossicità dell’alluminio [Cfr. Morphologie 100 (329):56-64, 2016].

 

Trovata la base per il ricordo della corretta successione temporale delle esperienze. Un codice di fase theta-gamma è alla base dell’abilità umana di rievocare gli eventi vissuti nell’esatta sequenza in cui si sono verificati. L’identificazione di questo correlato neurofunzionale da parte di Andrew C. Heusser e colleghi è di notevole rilievo, perché la successione cronologica nella memoria episodica ha un’importanza cruciale per l’attribuzione del significato e la comprensione della logica dei fatti [Cfr. Nature Neuroscience – Epub ahead of print doi: 10.1038/nn.4374, 2016].

 

Come la sorpresa favorisce la riuscita di giochi di prestigio e numeri di magia. In molti giochi illusionistici l’attenzione dello spettatore è deliberatamente distolta dagli aspetti che possono fornire indizi per la comprensione del trucco e dirottata su elementi che fungono da distrattori. Ma ogni “mago” professionista sa che vi è anche un altro modo per fuorviare coloro che assistono alle sue prove di abilità: sorprenderli prima di eseguire i trucchi del numero principale. Perché una piccola sorpresa contribuisce ad assicurare la riuscita, caratterizzata dall’effetto finale di stupore ed apprezzamento che pervade la mente degli spettatori?

Studiando le basi cerebrali degli effetti della sorpresa sulla cognizione, Wessel e colleghi hanno indirettamente fornito una risposta a questo interrogativo. In generale, è noto che la sorpresa recluta un meccanismo cerebrale che inibisce l’attività motoria attraverso il nucleo subtalamico (STN), un aggregato neuronico diencefalico implicato nell’avvio dei movimenti ed attivo in rete con i nuclei della base telencefalica (c.d. gangli basali) e la substantia nigra mesencefalica. I ricercatori hanno verificato se questo meccanismo vada oltre la soppressione della motilità dei muscoli striati ed interessi la cognizione, esplorando i suoi effetti sulla memoria di funzionamento verbale (VWM, da verbal working memory). A questo scopo hanno registrato l’elettroencefalogramma (scalp-EEG) di volontari in buona salute e i potenziali di campo locali di STN in pazienti affetti da malattia di Parkinson, durante un compito in cui la sorpresa poteva agire sulla VWM. Nello scalp-EEG si è rilevato che gli eventi sorprendenti impegnano lo stesso costituente del segnale neurale indipendente che funge da indice dell’arresto dell’azione in un tipico compito con segnale di stop. Fatto di estremo rilievo è che il grado di questo reclutamento è in rapporto con il grado di riduzione della prestazione cognitiva (VWM). Il rilievo intracranico ha dimostrato che l’attività di STN è anche accresciuta dopo la sorpresa, specialmente quando la VWM è stata interrotta.

Questi risultati indicano che la sorpresa sospende la cognizione attraverso lo stesso meccanismo fronto-basale che interrompe l’azione. Con questa base neurale la sorpresa determina un sia pur breve arresto della cognizione attiva e facilita il prevalere dell’effetto immediato e non particolarmente elaborato della percezione visiva. [Cfr. Wessel J. R. et al. Nature Communications 7:11195. doi:10.1038/ncomms11195, 2016].

 

Il boro come piattaforma per la realizzazione di nuovi farmaci. La chimica medica dei composti che contengono un singolo atomo di boro (prima generazione) ha raggiunto un livello comparabile a quello delle altre branche del drug discovery, anche se si tende ancora a considerarla una nuova area di studi. Al contrario, la chimica medica dei grappoli di boro (boron clusters), utilizzati come farmacofori o modulatori di molecole bioattive (seconda generazione), è meno progredita e richiede ancora un notevole impulso per lo sviluppo. Lesnikowski, un ricercatore del laboratorio di Chimica Biologica dell’Istituto di Biologia Medica dell’Accademia delle Scienze polacca, propone una rassegna ragionata degli studi prodotti in questo campo e suggerisce che lo status presente del boro può essere accostato a quello del fluoro di trent’anni fa: attualmente quasi il 20% dei farmaci sul mercato contengono fluoro. Il boro, anche se non è una panacea per ogni problema di realizzazione di nuove molecole terapeutiche, costituirà, con ogni probabilità, un’utile ed efficace soluzione per lo sviluppo di molti nuovi farmaci del sistema nervoso centrale. [Lesnikowski Z. J. Expert Opin Drug Discovery 11 (6): 569-78, 2016].

 

Critiche cinesi alla concezione del “Disturbo Bipolare” aiutano a riflettere. Prendendo le mosse dalla delicata questione della traduzione in cinese della definizione diagnostica del DSM Bipolar Disorder, Leung ed altri due colleghi cinesi affrontano questioni concettuali legate alla nomenclatura diagnostica della psichiatria cinese, andando dal problema dello stigma – tradizionalmente sollevato dai Giapponesi per le psicosi e risolto con la cancellazione della diagnosi di schizofrenia – a questioni strettamente psicopatologiche, studiate attraverso la ricostruzione dell’origine della definizione di psicosi maniaco-depressiva, fino allo sviluppo delle varie forme nosografiche di disturbo bipolare. Gli autori propongono una traduzione di “Disturbo Bipolare” più aderente ai contenuti di conoscenza acquisiti di quella attualmente in uso. [Cfr. Leung C. M., et al., Conceptual issues behind the Chinese translations of the term “Bipolar Disorder”. Asia Pac Psychiatry - Epub ahead of print doi: 10.1111/appy.12253, 2016].

Leggendo questo studio, non possiamo esimerci dal ricordare che le definizioni diagnostiche basate sull’apparenza clinica implicano la supposizione che a quella forma sindromica corrisponda un singolo e specifico processo patologico; quando lo studio dei casi e la ricerca verificano la mancanza di tale biunivoca identità, si configurano vari possibili scenari: la sindrome potrebbe, ad esempio, costituire una delle forme cliniche mediante le quali si esprime un processo patologico o, al contrario, la sindrome potrebbe rappresentare la forma clinica comune a vari e distinti processi patologici. Per il disturbo bipolare e varie altre categorie della nosografia psichiatrica, come sostiene da anni la nostra scuola neuroscientifica, la comprensione del rapporto fra manifestazioni cliniche ed elementi all’origine della fisiopatologia è di cruciale importanza in un processo evolutivo epocale che porterà ad un cambiamento radicale nella concezione della psicopatologia e nella pratica della psichiatria.

 

Notule

BM&L-24 settembre 2016

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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